Darklight: Il cerchio

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  1. venom1985
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    Molto bene ora inserirò il primo capitolo del mio romanzo furry! Spero vi piaccia ^^




    1
    BUIO


    Solo! Completamente solo, Alex percorreva a passo spedito, un lungo sentiero sterrato ricoperto di alte erbacce; attorno a lui un bosco oscuro: gli alti arbusti spogli e neri come la notte, rendevano l'atmosfera ancor più tetra di quel che appariva. Alex, sentiva il verso dei gufi che si muovevano silenziosi tra i rami. L'aria gelida lo colpiva in pieno muso, facendogli battere i denti, ma nulla poteva fermarlo, imperterrito continuava il suo cammino senza arrivare ad alcuna meta. Alex era stanco, aveva le zampe pesanti e indolenzite per il troppo camminare, era completamente buio e, il più delle volte Alex incespicava sui sassi e cadeva, le mani sbucciate per via delle cadute, erano coperte di terra e sangue, ma non voleva fermarsi né arrendersi, doveva finire ciò che aveva iniziato. All'improvviso si bloccò, chiedendosi dove stesse realmente andando, si guardò attorno, facendosi luce con una piccola torcia che portava sempre con sé. Il panico gli chiuse lo stomaco; Alex cominciò a tremare; il vento gelido di dicembre soffiava impetuoso. Quando si voltò per tornare indietro, vide qualcosa andargli incontro a tutta velocità. Alex sforzò la vista per identificare quella cosa, ma quando capì di che si trattava era troppo tardi. La sfera di fuoco lo colpì sull'addome scaraventandolo contro un albero. Dopo qualche istante Alex si trovò a fissare il soffitto della sua stanza, si accorse di non essere nel letto ma sul pavimento di cotto. Prima di rialzarsi si controllò l'addome cercando tracce di bruciature, causate dalla palla di fuoco. Con suo grande sollievo vi trovò solo la camicia del pigiama. <<basta film horror prima di andare a letto!>>. Con calma si alzò e si mise a sedere sul letto, cercando di ricordare l'incubo che aveva appena avuto. Ma era troppo stanco e rinunciò all'idea, Alex si infilò sotto le coperte del suo nuovo letto della sua nuova casa, ricordando con malumore che si era appena trasferito con i suoi genitori, ma la cosa che lo allarmava di più era affrontare il suo primo giorno di scuola l'indomani. Sbadigliò e chiuse gli occhi, dopo qualche minuto sprofondò nuovamente nel sonno, senza più sognare nulla.
    La sveglia suonava, Alex strizzò gli occhi infastidito da quel suono, con una mano prese la sveglia; con l'altra aprì il comodino; vi infilò l'aggeggio assordante chiudendo il cassetto con un colpo secco. Ma il trillo si sentiva ancora, Alex sbuffò e decise di alzarsi, ciondolò in direzione del bagno e vi si chiuse al suo interno. Prese lo spazzolino e cominciò a lavarsi i denti, quando incontrò il suo riflesso nello specchio inorridì: leggere occhiaie e il pelo ramato completamente arruffato, scrollò le spalle e continuò a spazzolarsi i denti. Fece una lunga doccia, non curandosi di poter tardare al suo primo giorno di scuola, prese il phone, si asciugò per bene il pelo e la lunga coda color rame e sfumature miele. Uscì dal bagno completamente nudo, per pura coincidenza sua madre si trovava lì con la cesta del bucato che cadde a terra seguito da un urlo che riecheggiò per l'intera casa. <<ma sei pazzo? Vestiti subito altrimenti ti prendi una polmonite! E poi dovresti avere un po' più di ritegno! Nemmeno tuo padre gira nudo per casa!>> lo rimproverò Therese, appiattì le orecchie e muoveva la coda a scatti. <<mamma non sono più un cucciolo! E poi che male c'è sono tuo figlio non un estraneo>>. Alex scondinzolava allegro, chiuse gli occhi sfoderando un sorriso a trentadue denti, facendo il gesto di vittoria con la mano.
    <<non è un motivo valido!>> rispose sua madre ancora irritata.
    <<va bene mamma, adesso mi vesto. Altrimenti farò tardi a scuola>> Alex si avvicinò a lei, le diede un bacio frettoloso sulla fronte e sgusciò in camera sua. Therese, rimase li impalata nel corridoio per qualche secondo, dopodiché, prese la cesta – che le era caduta dopo aver visto suo figlio nudo – e tornò di sotto borbottando. Alex guardò l'ora, aveva ancora tre quarti d'ora a disposizione, ed erano più che sufficienti. Ancora nudo si rimirò nello specchio della sua stanza: un fisico tonico degno di un lupo; pelo folto color rame con sfumature miele sempre tenuto in ordine; lunghe orecchie marrone scuro sempre vigili e gli occhi azzurri colmi di uno strana luce. Si mise a posto i baffi e si vestì. La divisa rossa del liceo gli calzava a pennello, Alex prese lo zaino e scese di sotto, salutò velocemente sua madre ed uscì, avviandosi in direzione della scuola. L'imponente struttura color paglia era stata ristrutturata di recente, Alex a bocca aperta la studiò attentamente. Si avvicinò all'ingresso, notò subito una grossa targa in ottone tirata a lucido con su scritto: “WINSTON'S HILLS HIGH SCHOOL città fondata nel 1896”. Alex distolse lo sguardo, catturato da delle urla di alcuni studenti dietro di lui. Si voltò e vide due grossi lupi grigi: molto muscolosi, sguardo diabolico e un sorrisetto stampato sul muso, prndersela con uno studente più piccolo di loro: un cane, pelo color ruggine, cicciottello e di bassa statura. I due energumeni gli avevano sottratto lo zaino che si passavano a mo' di palla e gli occhiali, il povero furry correva da una parte all'altra, cercando di riprendersi le sue cose ma con scarso successo. Alcune ragazze ai lati della ridicola scena sghignazzavano sotto I baffi, come se quella fosse la trama di un film comico. Alex abbandonò lo zaino, si precipitò in soccorso del povero studente, con un balzo recuperò lo zainetto - che stava a mezz'aria – atterrò sulle zampe dando le spalle ai due lupi che rimasero a bocca aperta. Si voltò e si diresse dal malcapitato e gli restituì ciò che gli avevano sottratto.
    <<stai bene?>> gli chiese Alex con tono preoccupato. <<s-si s-sto bene. Grazie>>. Rispose il furry, guardando Alex con grande sollievoe poi aggiunse <<se n-non fossi a-arrivato tu, s-sarei rimasto q-qui per o-ore. Ogni giorno è s-sempre la s-stessa storia>>. Appiattì le orecchie e abbassò lo sguardo fissandosi le zampe. Alex cercò di rispondere, ma una grossa mano si poggiò sulla sua spalla.
    <<ci hai rovinato la festa cucciolo spellacchiato!>> esclamò il lupo grigio, seguito dal secondo come se fosse la sua ombra,Alex notò una cicatrice sull'occhio destro di quest'ultimo.
    <<già! Non è stato divertente. Vero George?>> disse il secondo.
    <<proprio così Jeremy>> rispose George.
    <<pnso che dovreste prendervela con qualcuno della vostra taglia. Solo I vigliacchi prendono di mira i più piccoli, credete siano deboli, ma in realtà avete paura di prenderle da qualcuno più grosso di voi>> rispose Alex sprezzante e aggiunse <<gli occhiali. Ora!>> concluse porgendogli la mano aperta. Come risposta stava ricevendo un pugno allo stomaco, Alex scattò e schivò il colpo, fece lo sgambetto a George che cadde col muso a terra e sedere all'aria, aprendo la mano con cui teneva gli occhiali del furry che aevano molestato poco prima. Alex raccolse l'oggetto, si voltò e lo restituì al legittimo proprietario, il quale scondinzolava freneticamente, sfoderando un sorrisetto compiaciuto.
    <<c'è una lente incrinata>> disse Alex un po' deluso.
    <<non i-importa. E' sempre m-eglio c-che rest-tare s-senza>> rispose il furry e aggiunse <<io m-mi chiamo Russel Porter. Tu?>>
    <<piacere Russel io sono Alexander Wellinghton ma tutti mi chiamano Alex>> disse porgendo la mano al suo nuovo amico, che ricambiò contento il gesto di Alex. I due si voltarono, ignorando completamente Jeremy e George ed entrarono nell'edificio. Alex entrò nell'aula di biologia fermandosi alla cattedra, dove trovò il professore: un coniglio dal pelo color cioccolato, basso e grasso, in giacca e cravatta e un paio di occhialetti, troppo piccoli per il suo grosso muso, cimentarsi a riordinare le sue scartoffie.
    <<buongiorno. Io sono il professor Dinkleberg, lei dev'essere il nuovo arrivato, si accomodi in fondo vicino alla finestra>> disse il professore non degnando Alex nemmeno di uno sguardo, il suo vocione cvernoso lo intimoriva. Alex senza fiatare fece come gli venne chiesto, sedendosi al suo posto. Prima di inziare la lezione, Dinkleberg annunciò alla sua classe l'arrivo di Alex nella scuola, tutti i furry si voltarono nella sua direzione mettendolo leggermente in imbarazzo. Biologia passò in fretta, così come storia e chimica. Nella pausa pranzo Alex trovò un tavolo vuoto, senza pensarci troppo ci si fiondò, si sedette appoggiando il vassoio sul piano e iniziò a mangiare iil suo trancio di pizza. D'un tratto Alex sentì una presenza vicino a lui, voltò lo sguardo e vide Russel in piedi, scondinzolava e sorrideva a colui che lo aveva salvato dai due bulli.
    <<p-p-posso sedermi?>> chiese Russel con un filo di voce ancora da cucciolo.
    <<che domande. Certo che puoi sederti. Siamo amici giusto?>> disse Alex con un sorriso
    <<g-giusto!>>. Senza farselo ripetere, Russel si sedette di fronte al suo nuovo amico. Restarono in silenzio per un po' nessuno dei due sapeva da dove cominciare, Russel era troppo timido e Alex non era un gran oratore. Russel si fece coraggio e parlò per primo: << cosa f-ai nel t-tempo libero??>> chiese così piano che Alex fece fatica a capire. << Bè... Di solito leggo qualche rivista sportiva, o videogames... Confesso che la maggior parte led tempo dormo... E tu? Cosa fai durante la giornata?>>
    <<i-io? F-finite le l-lezioni vado al corso p-per c-c-c-correggere la mia b-balbuzia, ma m-mio padre d-dice che è una p-perdita d-di t-t-tempo>> rispose Russel arrossendo, si sentiva a disagio a causa del suo difetto.
    <<da quanto tempo frequenti questo corso?>> chiese Alex
    <<d-da due s-settimane>>. Russel appiattì le orecchie e abbassò la testa, cominciò a intrecciarsi le dita.
    <<sei solo all'inizio Ruz, non dare ascolto a tuo padre, continua ad esercitarti e vedrai che ce la farai>>. Alex non provava pena per lui ma compassione, ma in cuor suo sapeva che ce la poteva fare.
    <<d-dici sul serio?>>
    <<certo amico mio. Ed io ti darò una mano se tu lo vorrai>> rispose Alex facendogli l'occhiolino. Pronunciando quelle parole l'umore di Russel migliorò un po'.
    << C-cosa fai o-oggi dopo la s-scuola? S-se ti va puoi venire da me, m-magari p-potremmo s-s-studiare assieme>> chiese Russel, il tono della sua voce era più chiaro e sereno.
    <<mi farebbe molto piacere amico mio, anche perché non avevo niente da fare>>
    <<o-Ok allora ci vediamo più tardi. O-ora s-sarà meglio a-andare, tra poco ricominciano le lezioni>>
    <<d'accordo>> disse Alex alzandosi, Russel lo imitò, svuotarono i vassoi e le loro strade si separarono nei corridoi. L'ora di matematica fu la più lenta a scorrere, quando suonò la campanella, un'ondata di sollievo colpì Alex. Fu il primo ad uscire dalla classe, si fece strada tra la massa di studenti che si dirigevano all'uscita. Quando arrivò fuori, si trovò davanti George il lupo bullo che infastidì Russel quella stessa mattina. Alex, si chiese subito dove fosse finito Jeremy, quando all'improvviso avvertì qualcuno alle sue spalle. Non ebbe il tempo di voltarsi, Jeremy gli afferrò le braccia, gliele mise dietro la schiena impedendogli di fuggire, subito dopo George colpì Alex allo stomaco con tutta la forza che possedeva. Il dolore era lancinante, ad Alex gli si fermò il respiro per qualche secondo, sentì il sapore del sangue in bocca, non riuscì a trattenere le lacrime. Poi si fece tutto buio e Alex perse i sensi.
    << N-non credi di avere esagerato George?>> piagnucolò Jeremy.
    <<smettila di fare la femminuccia. Dammi il cucciolotto lo porto io>>. Detto questo George si caricò Alex in spalla, come se fosse un pacco postale girò i tacchi e si diresse fuori dall'edificio, seguito come sempre da Jeremy. Dopo qualche ora Alex cominciò a rianimarsi, le sue orecchie si muovevano veloci cercando con l'udito, di capire in che luogo si trovava. Sentì degli uccelli; insetti; e lo scrosciare delle chiome degli alberi. “Un bosco?” pensò Alex, poi il dolore allo stomaco prese il sopravvento, chiuse gli occhi cercando di non emettere gemiti, non voleva far capire a George che si era ripreso. Scoprì di essere anche legato, quindi abbandonò immediatamente l'idea di fuggire. I due lupi restarono in silenzio per tutto il tragitto, poi d'un tratto si fermarono. George adagiò Alex sul terreno umido, subito dopo si rivolse a Jeremy: << lascialo in mutande e poi lo leghiamo all'albero, voglio che si ricordi bene di quest'esperienza>> disse seguito da una risata fragorosa che riecheggiò in tutto il bosco.
    <<non PUOI FARLO!!>> urlò Alex terrorizzato, George si abbassò per guardarlo in muso, con la grossa mano, gli afferrò la mascella iniziando a stringerla con forza.
    << Oh... Si che posso farlo. E tu non puoi impedirmelo>>. George mollò la stretta alla mascella, subito dopo Jeremy iniziò a spogliare Alex della sua divisa, quest'ultimo si divincolava freneticamente, rendendo le cose difficili al lupo. George spazientito bloccò Alex tenendolo per le braccia, in modo che Jeremy potesse finire senza più interruzioni. I due lupi legarono Alex ad un albero, sghignazzarono e scapparono via con le sue cose. Alex poteva sentire le loro risate riecheggiare nel bosco. Sfinito si abbandonò a se stesso, le lacrime ripresero a scorrere, pensava solo al povero Russel che lo stava aspettando fuori dalla scuola, a come lo deluse per non essersi presentato, ma in cuor suo, Alex sapeva che non era stata colpa sua. La pioggia iniziò a cadere e le tenebre iniziarono a calare, Alex aveva freddo. “spero che qualcuno sia già sulle mie traccie” pensò. “se solo sapessero dove cercarmi”. All'improvviso una luce catturò la sua attenzione, rizzò le orecchie e cominciò a guardarsi attorno, la luce era sempre più vicina “la palla di fuoco?” fu la prima cosa a cui pensò, ma si sbagliò quel bagliore era bianco, puro, non era una minaccia, ma qualcosa che lo avrebbe aiutato. Una figura comparve dinnanzi ai suoi occhi “non è reale; non è reale; non è reale” continuò a pensare scuotendo la testa <<invece sono reale mio caro>> a quelle parole, Alex vide anche da dove provenivano: una bellissima lupa dal pelo bianco come la neve, vestita di un velo scintillante, con in mano un lungo bastone lo stava fissando, i suoi occhi verdi, carichi di una luce penetrante, incrociarono quelli azzurro cielo di Alex. Il povero Alex ancora legato e privato dei suoi abiti, non riuscì più a pensare a quello che gli era accaduto, fu come ipnotizzato dalla misteriosa creatura che gli era apparsa.
     
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  2. venom1985
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    capitolo 2 buona lettura ^_^


    2
    CONFUSO
    Dopo qualche secondo, Alex distolse lo sguardo dalla lupa bianca, scosse la testa pensando che tutto ciò fosse assurdo, il dolore all'addome si fece più forte, Alex tossì e sputò sangue. La creatura si avvicinò a lui, tese una mano come a toccarlo, Alex tentò di ritrarsi ma invano, le corde erano troppo strette. Aveva paura, tossì di nuovo ed altro sangue uscì dalla sua bocca.
    <<stai tranquillo. Non voglio farti del male, sono venuta qui per aiutarti. Il mio nome è Cassandra>>. Incalzò.
    <<non ci capisco più nulla! Voglio andare via da qui! Voglio dimenticare ogni cosa!>> urlò Alex, in preda alla disperazione, tossì nuovamente.
    <<stai fermo, ci metterò un attimo, non sentirai il minimo dolore anzi starai molto meglio dopo. Fidati di me non aver paura.>> lo implorò Cassandra. Per qualche strana ragione, Alex sentì che poteva realmente fidarsi di lei. Non avendo altra scelta e nemmeno vie di fuga, accontentò la bella lupa.
    <<d'accordo>> disse con un filo di voce. Cassandra si avvicinò ancora di più al lupo, poggiò la mano libera sull'addome di Alex e poi disse: <<chiudi gli occhi>>. Alex obbedì. Subito dopo uno strano calore pervase tutto il suo corpo, il dolore svanì completamente, dopodiché Alex si ritrovò in piedi e di nuovo con i suoi abiti. Sbalordito, Alex si toccò dappertutto ancora incredulo e un sorriso si disegnò sul suo muso. Rivolse lo sguardo a Cassandra, vide che anche lei stava sorridendo, quest'ultima si avvicinò di più a lui e i loro nasi si toccarono. Alex arrossì ma non si ritrasse, quel contatto gli piaceva, si sentiva protetto, come se al posto di una furry ci fosse uno scudo impenetrabile. Restarono così per qualche minuto, Alex aveva la sensazione che stessero dialogando con lo sguardo, ma si sbagliò. Cassandra, prese dolcemente le mani di Alex e poi parlò: << Ascolta molto attentamente ciò che sto per dirti. Io sono una creatura antica, dotata di poteri molto potenti, come avrai notato ho guarito la tua ferita. Ma non è questo il punto, sono qui per avvisarti: una grande minaccia si nasconde in questa città, ci saranno caos e distruzione se non viene fermata. Ho bisogno del tuo aiuto perché tutto ciò non accada, da sola non potrei farcela.>> spiegò seriamente Cassandra. << E io cosa centro in tutto questo? Perché hai scelto proprio me?>> Chiese Alex confuso.
    <<non ti ho scelto mio caro, ho avvertito dentro di te il potere, un potere molto potente e antico quasi quanto il mio, non sono mai apparsa ai furry comuni, tu puoi vedermi, sentirmi e toccarmi, grazie a quello che hai dentro deve solo ritornare alla luce, ed io posso farlo>>.
    <<io avrei un potere sopito dentro di me? Come può essere possibile? Son così confuso. Sta accadendo tutto troppo in fretta>> Alex lasciò la presa di Cassandra, appiattì le orecchie e abbassò il muso, la coda color rame e miele oscillava nervosamente.
    <<calmati. Io ti aiuterò naturalmente, lasciami riportare alla luce il tuo potere, tesoro sei una strega naturale devi solo imparare a gestire il tuo potere, non sarà difficile, potresti... Anzi, sono sicura che sei in grado di evocare gli elementi dell'aria e dell'acqua>>. La voce di Cassandra tremò, Alex non era sicuro di volere tutto ciò era troppo confuso, voleva solo andarsene dal quel posto, la testa gli scoppiava. <<io una strega...>> riuscì a dire <<si. Una strega naturale, ma se non vuoi io non ti costringerò. Ma sappi che se rinunci, non mi vedrai più e tutto tornerà alla normalità, ti riporterò indietro all'uscita della scuola, e non ricorderai nulla, nemmeno di avermi incontrata>> disse Cassandra, Alex avvertì una nota di dispiacere nel tono della sua voce, alzò lo sguardo incrociando gli occhi smeraldo della lupa e disse: <<posso almeno pensarci? Ho bisogno di tempo per riflettere e decidere cosa fare, dimmi solo come potrò comunicare di nuovo con te>>. Alex non voleva perdere Cassandra, lo aveva salvato e non voleva ringraziarla chiedendogli di sparire per sempre.
    <<pronuncia il mio nome mentalmente, quando la luna è alta ed io ti apparirò>> spiegò Cassandra il suo tono era più compiaciuto.
    <<ok Cassandra. Ora vorrei andare a casa. Puoi aiutarmi?>> disse Alex sorridendole
    <<farò molto di più, come ti ho detto poco fa ti riporterò indietro, così potrai mantenere il tuo impegno con Russel, so che ci tieni. Ah! Quasi dimenticavo. Se parlerai di me con qualcuno, quel qualcuno potrà vedermi - non che la cosa mi dispiaccia - ma dillo solo ai furry di cui ti fidi di più. Un'altra cosa, passa dall'uscita posteriore della scuola, eviterai quei due imbecilli che ti hanno portato qui>> disse Cassandra soffocando una risata.
    <<d'accordo Cassandra, seguirò i tuoi consigli>> rispose Alex con voce incolore.
    <<dammi le mani, ci metterò un secondo>> sorrise, Alex arrossì e fece come gli venne chiesto. D'un tratto, un bagliore bianco inghiottì entrambi, la cosa durò per mezzo secondo. Alex si ritrovò nel corridoio della scuola, vicino all'uscita principale, ricordò quanto detto da Cassandra, così fece dietrofront e corse all'uscita posteriore. Con un balzo scavalcò la cancellata, atterrò sulle zampe e corse verso l'ingresso. Vide Russel di spalle, Alex si fermò dietro quest'ultimo e con un dito gli toccò due volte la spalla. Russel sobbalzò spaventato, si girò e vide Alex con un sorriso stampato in muso. <<m-mi hai sp-spaventato. C-come mai sei...>> Alex lo zittì subito <<shh... te lo spiego dopo a casa tua amico mio. Ora andiamocene da qui>> .
    <<d'acc-ccordo>> disse Russel confuso. Entrambi girarono tacchi e se ne andarono. Con la coda dell'occhio, Alex vide George e Jeremy setacciare il piazzale d'ingresso della scuola. “Cassandra mi ha dato una seconda possibilità, non la getterò al vento”. Un'immagine della bella lupa bianca gli passò davanti agli occhi, senza accorgersene, Alex stava sorridendo e arrossendo nello stesso momento, Russel che gli camminava affianco lo notò.
    <<s-sei tutto rosso. A c-c-cosa p-pensi?>> incalzò il cane dandolgli una gomitata, e un sorrisetto stampato sul muso. Alex arrossì ancora di più, si mise una mano dietro la testa e gli uscì una risatina isterica.
    <<bé... Ecco... Pensavo ad una studentessa carina che ho visto nei corridoi stamattina, e ti confesso che non è niente male>> mentì con successo, non era ancora pronto per raccontare a Russel di Cassandra, e di cosa gli era accaduto.
    <<b-bene bene, h-ho rimediato un a-amico rubacuori>> rise Russel mandandogli dei bacini e aggiunse: <<s-sei libero do-domani sera?>>
    <<scusami...Ma non sei il mio tipo>> disse Alex seguito da una risata, Russel rise insieme a lui. Camminarono a lungo, chiacchierando su vari argomenti, la loro amicizia si stava instaurando sempre di più, dopo qualche minuto Russel si fermò davanti ad una villetta color mattone. Quella costruzione diede ad Alex l'impressione che fosse molto antica.
    <<questa è c-casa mia>> annunciò Russel indicando la sua casa, ed aggiunse: <<d-dai entriamo, m-mio p-padre rientra t-tardi>>.
    <<perfetto allora possiamo organizzare una festa, chiamiamo un po' di gente e soprattutto delle belle furry, ovviamente se tuo padre ci scopre do la colpa a te>> rise Alex dando a Russel un pugno giocoso sulla spalla.
    <<ma che bell'amico c-che ho, se io a-affondo, tu v-v-verrai g-giù con me>> rispose il furry ridendo e scodinzolando allegramente.
    <<va bene, affonderò con te solo se non mi farai pulire tutto>> disse Alex ancora con il sorriso sul muso.
    <<c-ci p-penserò>> rispose Russel, prendendosi il mento con le dita e guardando in su.
    <<dai entriamo>> concluse Alex, mettendo un braccio intorno alla spalla del suo amico, quest'ultimo annuì, ed entrambi si avviarono verso l'ingresso. Varcata la soglia, Russel chiuse la porta, disinserì l'allarme e fece strada al suo amico nel salotto, Alex notò il buon gusto riguardo l'arredo, le pareti in legno ben curate; mobili antichi e di valore rendevano l'atmosfera gradevole; soprammobili di vario tipo e molti vasi con fiori variopinti sui tavolini di legno.
    <<tua madre non è in casa?>> Chiese d'un tratto Alex. Russel si bloccò di colpo, voltò lo sguardo in un'altra direzione dando ancora le spalle ad Alex. <<m-m-mia m-madre è m-morta o-otto anni f-fa. Aveva un t-tumore ai p-polmoni. E' da a-allora che l-la m-mia b-balbuzie è p-peggiorata. M-mio p-padre non s-sfiora m-mai l'a-argomento>> rispose Russel, la sua voce tremava, Alex capì che a Russel mancava molto sua madre, appiattì le orecchie e si avvicinò al suo amico. <<mi dispiace. Non lo sapevo, non volevo farti tornare in mente brutti ricordi>> disse Alex costernato. <<v-va tutto b-bene, non hai n-nessuna c-colpa, come hai detto t-tu non l-lo s-s-sapevi, p-per cui è t-tutto o-ok>> disse Russel con voce rotta, era ancora voltato, non voleva che Alex lo vedesse piangere. Alex si piazzò davanti a lui per guardarlo in muso, poi d'istinto lo abbracciò. Era un abbraccio di conforto, Alex si sentiva come un fratello maggiore, o come un padre che abbraccia il figlio per rassicurarlo. Russel, sopraffatto da quel gesto inaspettato scoppiò in lacrime ricambiando l'abbraccio. <<ehi, non prenderci gusto, ti ho già detto che non sei il mio tipo>> scherzò Alex, cercando di risollevargli il morale e ci riuscì, Russel, mentre piangeva scoppiò a ridere sciogliendo l'abbraccio. <<g-guarda che m-mi hai a-abbracciato tu, quindi d-dovrei e-essere i-io a s-s-sospettare>> rispose Russel, la sua voce tornò normale, si asciugò le lacrime con la manica della camicia e si rimise gli occhiali. << Nah... non direi proprio>> rise Alex.
    <<a-accomodati s-sul d-divano, io v-vado a p-prendere d-da bere>> concluse il cane e si diresse in cucina, Alex si sedette e diede ancora uno sguardo in giro, quella casa gli piaceva parecchio. Russel, tornò dopo qualche minuto, tra le mani aveva un vassoio stracolmo di bibite di vario tipo e patatine, lo adagiò con cura su un tavolino di cristallo che stava davanti al divano. Alex vide Russel togliersi la camicia e lanciarla sulla poltrona accanto a lui, rimanendo così a torso nudo, dopo qualche secondo si sedette, prese una lattina e l'aprì. <<s-serviti p-pure, non fare complimenti. F-fai come fossi a c-casa t-tua>> disse Russel sorridendo. <<certo! Grazie mille>> rispose Alex prendendo una bibita e un po' di patatine. Russel accese la televisione mettendo un canale sportivo, ma ad Alex parve che non gli interessasse un granché. Dopo qualche istante Alex pensò di dire al suo amico di Cassandra tutto ciò che gli era accaduto. “Devo farlo, non voglio tenerlo all'oscuro di tutto, siamo appena diventati amici e non desidero rovinare quest'amicizia” pensò Alex, si voltò per parlare con Russel ma vide che il furry si era addormentato. Lo guardò benevolo, sembrava un cucciolo indifeso. Senza fare rumore si alzò dal divano, si tolse la giacca e gliela mise a mo' di coperta, dopodiché gli sfilò gli occhiali e li poggiò sul tavolino accanto al vassoio con le bibite. “Poveretto dev'essere esausto” pensò Alex guardando con un sorriso stampato in muso il furry dormire. Alex si diresse all'ingresso prese il telefono e chiamò sua madre. <<mamma, sono Alex. Volevo dirti che stasera non vengo a casa, resto a dormire dal mio nuovo amico, domattina verrò assieme a lui a casa così te lo presento>> disse Alex. Dall'altra parte della cornetta sua madre rispose: <<va bene tesoro, comportati bene e non dare noie ai suoi. Ci vediamo domani, un bacio>>. Rispose Therese e riattaccò, Alex fece altrettanto. Tornò in salotto, Russel stava ancora dormendo, Alex fece piano per non svegliarlo, ma urtò un tavolino e il rumore provocato da quest'ultimo fece sobbalzare Russel, ma per fortuna non si svegliò. Alex si mise a sedere dove stava prima, prese una manciata di arachidi sgusciati e iniziò a sgranocchiarle. D'un tratto la porta d'ingresso si aprì e si richiuse con un tonfo, con tutto quel baccano Russel aprì gli occhi. <<e' m-mio padre>> farfugliò il cane ancora confuso e poi aggiunse: <<s-s-scusami mi s-sono addormentato come un babbeo>>. Si scusò Russel alzandosi dal divano. <<non preoccuparti, eri stravolto, non ho voluto disturbarti, sembravi così beato. Ora vai incontro a tuo padre, dopo devo parlarti di una cosa molto importante>> rispose Alex con tono pacato. <<d'acc-ccordo>> disse Russel guardandolo un po' confuso, ma non gli diede peso e si diresse all'ingresso. Tornò dopo qualche istante insieme a suo padre: un furry molto alto e grasso, il pelo dello stesso colore del figlio, ma sull'occhio sinistro aveva una chiazza bianca. <<buongiorno signor Porter, io sono Alexander mi sono appena trasferito e ho subito fatto amicizia con suo figlio Russel>> disse Alex alzandosi e porgendo la mano al grosso furry.
    <<molto piacere Alexander, io mi chiamo Sean, vedo che sei un furry molto educato, prego accomodati e fai come se fossi a casa tua. Ora scusatemi ho del lavoro da sbrigare, ci vediamo dopo a cena. Russ porta il tuo amico in camera tua>> rispose Sean ricambiando il gesto di Alex e subito dopo sparì nel suo studio chiudendo la porta a chiave. Russel, in lieve disagio per il comportamento di suo padre, accompagnò Alex al piano di sopra. Durante la cena nessuno fiatò, Sean leggeva il giornale, Russel mangiava e si alzava di continuo per prendere altro cibo per suo padre. Alex rimase sbigottito da quel comportamento. “ Non hanno alcun tipo di dialogo” pensò. Finirono di cenare, il padre di Russel si richiuse nel suo studio, Russel riordinò la cucina Alex gli dette una mano, dopodiché tornarono in camera. <<ora possiamo parlare tranquillamente>> incalzò Alex. <<c-certamente, cosa vuoi dirmi di così importante?>> rispose Russel confuso. <<più che parlare, vorrei mostrati una cosa. Solo ti chiedo di non spaventarti, sarà un po' difficile da credere, nemmeno io ero sicuro di tutto ciò>> disse Alex stringendosi nelle spalle. <<v-va bene, procedi>> concluse il cane sedendosi sul letto in attesa. Alex un po' intimorito si avvicinò alla finestra e l'aprì, la luna era alta in cielo, chiuse gli occhi e pensò intensamente a Cassandra. In meno di cinque secondi, il bagliore bianco invase la stanza di Russel. Cassandra apparì in tutta la sua bellezza e purezza, sorridendo ai due furry.
     
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